di Alessandra Daniele
“Il governo vale bene ogni compromesso” – Denis Verdini
Persino peggio di Renzi dopo il referendum, Disastro Di Maio ha
negato ogni responsabilità diretta nella meritatissima disfatta
elettorale del Movimento 5 Stelle, e con la scontata complicità della
farsesca Piattaforma Casaleggio, s’è imbullonato a tutte le sue
poltrone, una sull’altra.
Quando tempo fa ho definito il Movimento 5 Stelle la peggiore truffa di
massa dopo lo schema Ponzi, sono stata ingiusta verso Ponzi: dopotutto
lui non ha consegnato il suo paese a Salvini.
Il fatto che, dopo un decennio d’iperboliche promesse di palingenesi, i grillini siano finiti a fare i Minions del trippone leghista non è che la prova definitiva della loro squallida pochezza.
Dalla Val di Susa a Pomigliano, da Taranto a Melendugno, non c’è
comunità che il M5S non abbia tradito. Dal contratto nazionale per i
riders, alla nazionalizzazione della società autostrade, non c’è impegno
solenne che non si sia rimangiato.
Persino la promessa elettorale mantenuta nel vano tentativo di comprarsi
una manciata di voti s’è rivelata una mezza truffa: quel reddito di
cittadinanza pubblicizzato come “l’Abolizione della povertà”, ma in
realtà costruito in modo che potessero effettivamente ottenerlo solo
meno d’un quinto di coloro ai quali era stato promesso, ricevendo in
media solo meno di metà della cifra promessa.
La convinzione di potersi comprare a prezzo scontato il voto di chi è
povero è quanto di più classista si possa concepire. Infatti ci aveva
provato anche il PD, col micragnoso “reddito d’inclusione”.
Intanto, vinte le Europee, Salvini ha di fatto gettato la maschera, e la
felpa, da “amico del popolo”, per imporre il suo programma solidamente
classista: flat tax per favorire i contribuenti più ricchi, autonomia
differenziata per favorire le regioni più ricche, Grandi Opere
per favorire gli speculatori, condoni per favorire gli evasori, e
decreti sicurezza per manganellare e incarcerare chiunque dissenta.
È questa, da sempre, la sostanza del fascismo leghista. Il resto è
clickbait. Perciò l’improvviso “antifascismo” elettorale del socio M5S
non è più credibile di quello del PD, che con la Lega condivide Grandi Opere, e Dottrina Minniti su migranti e manganelli.
Ogni altra Grande Opera al Nero che il Movimento Zero Stelle controfirmerà, sarà un altro passo verso l’estinzione.
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