Penso che non ci sia un’attività più importante per noi del perseguimento della pace. Mentre parliamo, sappiamo che l’Ucraina sta soffrendo e che decine, centinaia di migliaia di persone moriranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, se la guerra continuerà su questa traiettoria.
Del resto, l’intero globo è sotto minaccia, perché la guerra attuale potrebbe degenerare in una conflitto nucleare tra Stati Uniti e Russia. Non c’è dubbio che stiamo andando incontro a una continua escalation.
La pace attraverso la negoziazione non solo è possibile, ma era stata quasi ottenuta, anche se, ahimè, i nostri media tradizionali, negli USA e in Europa, non riportano più i fatti essenziali.
La pace attraverso la negoziazione era stata quasi ottenuta nel marzo 2022, appena dopo l’invasione della Russia, perché nel marzo 2022 il governo ucraino e quello russo si sono scambiati dei documenti e hanno stipulato un accordo con la mediazione ufficiale del governo turco e quella informale dell’allora Primo Ministro d’Israele Naftali Bennett.
Questo accordo fu quasi raggiunto e firmato e, anche se non si trovano queste cose sulla stampa, gli Stati Uniti fermarono le negoziazioni.
È molto importante ed è molto difficile capirlo attraverso il muro di falsità e inganni che in Occidente circonda per intero la guerra. Gli Stati Uniti non hanno voluto che si negoziasse la fine della guerra, e se da marzo 2022 facciamo un passo indietro, a tre mesi prima, scopriamo che intavolare un negoziato prima della guerra era assolutamente possibile, anche se, nuovamente, ciò non è stato comunicato sui media.
Il 17 dicembre 2021 Vladimir Putin mise sul tavolo una bozza, “U.S. – Russia security agreement” (“trattati di sicurezza tra Stati Uniti e Russia”). Al centro dell’accordo stava la promessa che la NATO non si sarebbe espansa verso l’Ucraina e verso il confine di 2000 km con la Russia.
Questa non era solo una concessione che gli Stati Uniti avrebbero dovuto fare per evitare la guerra, ma era anche nell’interesse dell’America, dell’Ucraina, della Russia, del mondo intero. L’idea che gli Stati Uniti dovrebbero spingere la loro Alleanza militare, le loro armi, le loro basi fino al confine russo è sbalorditiva nella sua sconsideratezza.
Putin mise una proposta sul tavolo. Chiamai la Casa Bianca appena dopo e li assillai perché negoziassero su queste basi. Spiegai alla Casa Bianca come si sarebbero sentiti gli Stati Uniti se la Russia avesse avuto delle basi in Messico o se la Cina avesse avuto delle basi in Messico. L’ultima volta che qualcuno ci ha provato gli Stati Uniti hanno invaso il Paese in questione: era Cuba, 60 anni fa.
Dalla Casa Bianca mi dissero “gli Stati Uniti non negozieranno con la Russia sull’allargamento della NATO”. Io dissi “senza una diplomazia adeguata ci sarà la guerra”.
La Casa Bianca non voleva evitare questa guerra con la diplomazia, ma pensava o di poter smascherare il bluff di Putin oppure di avere la guerra e portare a compimento quello che il nostro Segretario della Difesa (o, per meglio dire, Segretario della Guerra) Lloyd Austin ha dichiarato pubblicamente, e cioè che l’obiettivo di questo conflitto è indebolire la Russia. Se gli ucraini muoiono, se l’Ucraina viene distrutta nel mezzo, questo è quello che si chiama una guerra per procura.
Ho 68 anni posso dire di aver assistito alle guerre per procura degli USA in Vietnam, Laos, Cambogia, Nicaragua, Iraq, Afghanistan, Siria, Libia, e adesso in Ucraina. Gli Stati Uniti non stanno pensando all’Ucraina, stanno pensando all’indebolimento del loro avversario o del loro avversario percepito, la Russia.
Per questo la diplomazia fu bloccata dagli Stati Uniti nel marzo 2022, fu rifiutata dagli Stati Uniti nel dicembre 2021 e tra il 2014 e il 2021. Perché quando il Trattato di Minsk I e il Trattato di Minsk II furono firmati gli Stati Uniti supportarono il governo dell’Ucraina nel non onorare l’accordo che questa aveva firmato.
L’obiettivo degli accordi di Minsk II era di salvaguardare il linguaggio e i diritti culturali del popolo del Donbass o dell’Ucraina Orientale, in grande maggioranza di etnia russa, con un sistema di autonomia che il governo dell’Ucraina aveva accordato, di cui Francia e Germania sarebbero state le garanti e che l’intero Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite avrebbe appoggiato.
Il governo ucraino disse “no, noi non vogliamo implementare quello che abbiamo firmato” e allora gli Stati Uniti dissero “bene, vi invieremo le armi, non dovete implementarlo anche se il Consiglio di Sicurezza dell’ONU lo ha firmato”.
In realtà, il rifiuto della diplomazia risale alla fine del 2014 e all’inizio del 2015, e forse a un momento ancora precedente, al febbraio del 2014, perché in quel momento, di nuovo mai esplorato nei nostri media tradizionali ma assolutamente ovvio per chiunque presti attenzione, gli Stati Uniti cospirarono per rovesciare il governo di Viktor Yanukovych, che stava perseguendo la strada della neutralità in Ucraina.
E se questo vi sembra scioccante, per favore, tornate indietro e ascoltate la conversazione tra l’allora Assistant Secretary of State (assistente del Segretario di Stato) Victoria Nuland e l’allora ambasciatore USA in Ucraina, Geoffrey Pyatt, che si svolse tre settimane prima del violento rovesciamento del regime di Yanukovych. In quella telefonata, Victoria Nuland descrisse quale sarebbe stato il governo post-Yanukovych.
Di nuovo, ho 68 anni e ho visto dozzine di operazioni di cambio regime manovrate dagli Stati Uniti in tutto il mondo, ne ho viste alcune con i miei occhi e questa, in particolare, l’ho vista da vicino.
Ovviamente, ci fu un’insurrezione violenta tre settimane dopo la chiamata intercettata e il governo che fu instaurato era esattamente quello che Victoria Nuland, come assistente del Segretario di Stato, aveva descritto nella telefonata con l’ambasciatore USA.
Ero a Kiev appena dopo, ho appreso in prima persona come i fondi USA dalle cosiddette ONG avessero pagato per buona parte la cosiddetta Rivoluzione di Maidan. Questo fu l’innesco della guerra, che è cominciata proprio nove anni fa.
Di nuovo, fu un rifiuto della diplomazia da parte statunitense, perché il presidente ucraino in carica voleva la neutralità, mentre il governo USA voleva l’espansione della NATO. Questo significa che il conflitto in realtà risale a un tempo ancora più lontano, possiamo andare fino al 2008, perché nel 2008 George Bush mise sul tavolo la proposta che la NATO si allargasse all’Ucraina e alla Georgia.
Se guardate sulla mappa il piano degli USA è assolutamente chiaro e segue una linea che era stata spiegata per filo e per segno una decina d’anni prima da Zbigniew Brzezinski, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Carter e uno dei massimi strateghi geopolitici statunitensi.
L’idea era di circondare la Russia nella regione del Mar Nero perché, con Ucraina e Georgia nella NATO, la Russia sarebbe stata circondata da Ucraina, Romania, Bulgaria, Turchia e Georgia nel Mar Nero. L’idea, chiaramente esposta, era di inghiottire la Russia, così che non rappresentasse più alcun problema per la politica USA.
Dove volevano carta bianca gli USA? Volevano poter rimpiazzare i governi a loro piacimento nel Medio Oriente. Per esempio, rovesciando Saddam Hussein nel 2003, Muammar Gaddafi nel 2011 – un esercizio della NATO, tra l’altro, non solo un esercizio degli USA – Bashar al-Assad nel 2011.
Questo è un altro punto mal compreso: Bashar al-Assad e la cosiddetta “guerra civile siriana” sono un’operazione di cambio regime degli USA che ha avuto pessimi esiti. L’idea era che la CIA lavorasse con i governi regionali per rovesciare Bashar al-Assad, ma fallì.
Diversi anni dopo la Russia corse in aiuto del suo alleato e poi i nostri media puntarono il dito contro l’intervento russo, ignorando il precedente intervento USA.
Non è stato riportato nulla di questo fatto essenziale dell’operazione Timber Sycamore, e cioè che il presidente Obama ordinò alla CIA di rovesciare Assad. Ho saputo tutto questo direttamente da persone che erano assolutamente coinvolte e che tentavano di fermare la guerra, ma gli Stati Uniti si opponevano alla diplomazia.
Possiamo continuare a spostare le lancette indietro per capire davvero di cosa si tratta. Gli Stati Uniti in ogni fase hanno rifiutato la diplomazia, e questo atteggiamento risale, a dire il vero, al 1990.
Nel 1990 ero, tra l’altro, consigliere nel team economico del presidente Mikhail Gorbachev. Gorbachev voleva la pace in Europa, voleva una casa europea comune. In quel momento gli Stati Uniti e la Germania promisero, promisero esplicitamente che la NATO non si sarebbe mossa di un dito verso Est. Quella era una bugia e una falsa promessa.
Gorbachev smobilitò l’alleanza militare guidata dai sovietici, la Germania venne riunificata ed entro il 1992 gli Stati Uniti stavano già pianificando la massiccia espansione della NATO in direzione dell’Ucraina. Guardando negli archivi, gli storici hanno scoperto che il piano di espandere la NATO fino all’Ucraina risale al 1992.
A proposito, Zbigniew Brzezinski scrisse nel 1997, negli affari esteri, un articolo molto chiaro che traccia esplicitamente la linea temporale dell’espansione della NATO, dicendo che tra 2005 e 2010 l’Ucraina si sarebbe unita alla NATO; ovviamente, l’invito lanciato dagli Stati Uniti arrivò nel 2008, proprio come nella linea temporale di Brzezinski. E notate che tutto questo è successo molto prima di Putin, molto prima di qualsiasi supposta minaccia proveniente dalla Russia.
Questa era l’espansione militare USA, pianificata per una trentina d’anni almeno, e nulla può fermarla, né la diplomazia né la negoziazione né il tentativo di evitare la guerra né alcuna verità riportata sui giornali. E mentre l’informazione di massa potrebbe definire questo “un evento di propaganda”, accoglierei volentieri un dibattito pubblico con il responsabile di questa informazione in qualsiasi momento per discutere tali questioni.
Perché questi sono fatti, questa è la storia.
Questo non è ciò che viene riportato dai nostri media tradizionali adesso. I nostri media tradizionali producono una falsa narrazione, secondo cui questa guerra è cominciata con “un’invasione ingiustificata il 24 febbraio 2022 da parte di Putin”, questa è la narrazione occidentale ufficiale.
Il New York Times ha ripetuto questa affermazione 26 volte nei suoi editoriali e nei suoi articoli op-ed, ma non permette mai a nessuno di raccontare sulle sue pagine la vera storia ai lettori, e questo è ciò che sta accadendo negli Stati Uniti e in Europa.
Stiamo parlando da soli, stiamo causando la distruzione dell’Ucraina, perché non c’è modo nel mondo di avere una vittoria militare sulla Russia con l’allargamento della NATO come risultato, perché la Russia continuerà ad inasprire il conflitto secondo necessità.
Forse la Russia sconfiggerà semplicemente l’Ucraina sul campo di battaglia – questo è abbastanza probabile – ma se non ci riuscirà intensificherà le ostilità; la Russia ha 1600 armi nucleari dispiegate.
Il presidente Obama, sebbene abbia contribuito al rovesciamento di Yanukovych, nel 2014 è stato anche molto chiaro su questo, chiedendo di non entrare in guerra per questo problema, perché, come lui stesso ha posto la questione, la Russia avrebbe il potere di provocare un’escalation, ovvero può sempre alzare la posta in gioco fino ad includere una guerra nucleare.
Siamo su una strada spericolata basata su falsità. Questa guerra avrebbe potuto essere evitata in innumerevoli fasi negli ultimi 30 anni. Questa guerra non sarebbe mai dovuta scoppiare nove anni fa, perché gli Stati Uniti non avrebbero mai dovuto partecipare a violenti rovesciamenti di altri governi. Ma è una brutta abitudine degli USA.
L’Europa avrebbe dovuto far rispettare gli accordi di Minsk II – sostenuti dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, firmati dall’Ucraina – invece di ignorarli e deriderli. Ma gli Stati Uniti dissero “no, non sei costretto a seguirli, noi ti daremo le armi”.
Gli Stati Uniti avrebbero dovuto negoziare alla fine del 2021, avrebbero dovuto applaudire invece che bloccare le negoziazioni nel marzo 2022. Quindi, fino ad oggi, c’è stato un percorso di negoziazioni sul tavolo, che ha al centro la neutralità dell’Ucraina per tenere le due superpotenze nucleari lontane l’una dall’altra.
È buon senso, è ciò che gli Stati Uniti hanno chiesto per due secoli nell’emisfero occidentale. Se i neoconservatori americani non fossero così arroganti, incoscienti e ciechi questo sarebbe stato deciso tanto tempo fa. È ancora possibile.
Tuttavia, la NATO, che è un alleanza militare statunitense, insiste sul fatto che nessun terzo Paese, che sia la Russia o chiunque altro, ha il diritto di esprimere un’opinione su dove s’installa l’alleanza militare americana. Questa è pura incoscienza e porta alla guerra.
E adesso non ci sono dubbi sull’irresponsabilità degli USA, che sta cercando di piazzare gli uffici della NATO in Asia, penso senza neanche ricordarsi che non è l’Organizzazione del Trattato dell’Asia del Nord, ma l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord; non è un Corpo di spedizione per l’egemonia USA, ma è nata per difendere l’Europa occidentale dall’Unione Sovietica, che non esiste più.
Eppure ora gli Stati Uniti stanno cercando di espandere la NATO all’Asia per combattere la Cina.
Gli europei sono inorriditi, ma i media non spiegano di cosa si tratta e di sicuro non stanno dicendo la verità, e cioè che la guerra in Ucraina è un disastro che viene dall’inarrestabile arroganza degli Stati Uniti nel continuare a spingere, provocare e ancora provocare, nell’evitare qualsiasi possibilità di una via d’uscita diplomatica.
Quindi lasciate che aiutiamo le persone a capire che le negoziazioni condotte fino a questo momento sono praticabili e che il Presidente Biden deve fare un passo avanti e dire “la NATO fermerà la sua espansione se la Russia si ferma e smette di combattere” e queste saranno le basi per la pace.
Lasciatemi concludere ricordando che oggi è esattamente il sessantesimo anniversario del più grande discorso mai tenuto da un presidente americano sulla pace: il discorso sulla pace di John F. Kennedy, pronunciato il 10 giugno 1963 al culmine della Guerra Fredda.
Quello che disse il Presidente è perfettamente pertinente per noi oggi. Nel momento di massima tensione della Guerra Fredda, ebbe la lucidità, l’onestà, l’eloquenza, l’autorevolezza di dire che l’Unione Sovietica non voleva la guerra, che gli Stati Uniti non volevano la guerra, che “possiamo negoziare la pace” e si appellò agli americani, perché riconsiderassero il loro atteggiamento verso la Guerra Fredda e l’Unione Sovietica.
Disse “dovremmo acclamare il popolo russo per le sue enormi conquiste nella scienza, nell’industria e nella cultura”. Al culmine della Guerra Fredda osò dire questo. Sapeva che il comparto militare e industriale l’avrebbe osteggiato, che i generali si sarebbero risentiti per l’iniziativa di pace, ma la stragrande maggioranza del popolo americano la supportò.
Cinque settimane dopo il brillante discorso di Kennedy, che tutti possono ascoltare online, Kennedy e Khrushchev firmarono il Trattato sulla messa al bando parziale degli esperimenti nucleari e Kennedy fece una campagna negli Stati Uniti, tra i capi del comparto militare e industriale, per parlare direttamente con il popolo americano e dirgli che la pace era possibile, che gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica avevano un reciproco interesse per la pace, che un trattato di pace sarebbe stato nell’interesse di entrambe le parti e fatto rispettare da entrambi.
Kennedy trionfò quando il Senato votò 80 a 19 per la ratificazione del Trattato sulla messa al bando parziale degli esperimenti nucleari. Questa è autorevolezza, questa è espressione del vero bene comune, questo è ciò che possiamo fare oggi.
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