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15/07/2015

Tsiprasisti italiani nel delirio

Le sconfitte fanno sempre male. Specie quelle che investono un immaginario atrofizzato, deserto di idee e popolato di icone. Specie se quelle icone, poi, non corrispondo più ai desideri.

Ma questo comunicato emesso da "L'altra Europa con Tsipras", lunedì, a botta calda, a poche ore dalla firma apposta sotto una resa senza condizioni (per ammissione degli stessi vincitori, a cominciare dal "mediatore" Juncker) supera anche la più macabra fantasia.

Lo pubblichiamo perché ci sembra utile a dar forma fisica a una serie di fantasie autoconsolatorie che girano in molti ambienti, anche di movimento, tutte univocamente indirizzate a esorcizzare gli avvenimenti, sminuirne la portata storica e istituzionale, in modo da poter proseguire con le piccole pratiche inutili in cui ognuno è immerso da molti anni.

Riesce anche difficile commentarlo, tante e disarticolate sono le autentiche sciocchezze inanellate per giustificare un posizionamento "al fianco di Tsipras e del popolo greco" proprio nel momento in cui Tsipras va da una parte e il popolo dall'altra (in questo momento è in atto un primo sciopero generale, in Grecia); in cui Tsipras si prepara a bombardare il popolo con una serie di "misure" prescritte dalla Troika e che faranno crollare - nelle previsioni - di almeno un altro 12% il Pil nazionale.

La regina di tutte queste sciocchezze è la citazione di Allende, grande e conseguente riformista cileno, che si è venuto a trovare nella stessa posizione di Tsipras, nel 1973. Invece che con le armi finanziarie, i generali golpisti bussarono alla porta della Moneda con armi "normali". E anche a lui, come a Tsipras, promisero salva la vita in cambio della resa. La differenza dovrebbe esser nota a tutti: Allende morì combattendo, non uscì dalla Moneda camminando dietro Pinochet...

Ma la sciocchezza più grande, la più pericolosa per la salute mentale di tanti attivisti che stanno bruciando le loro vite dietro un'ipotesi politica ormai defunta, è quella relativa alla natura dell'Unione Europea. Dirsi e dire in giro che solo ora "ha cambiato natura" rispetto alle origini significa prendere in giro se stessi e la propria base militante,  scrivere che "In tutto il mondo si sono viste le immagini della vergogna. Un gruppo di oligarchi che usa ogni metodo e ogni tortura per piegare un leader e un governo democraticamente eletti e un popolo" e far finta di non capire che quel "gruppo di oligarchi" è esattamente l'Unione Europea definita dai trattati che nessun cittadino d'Europa ha mai potuto conoscere, discutere o votare, è seminare pericolosa confusione.

Non c'è stato alcun "golpe" a Bruxelles contro la "democrazia europea". Il golpe c'è stato contro il popolo greco, le sue istituzioni, con l'imposizione di un ultimatum da stato di guerra che richiede un cambio di governo. E chiunque si presterà a formarlo, foss'anche lo stesso Tsipras (come pare stia avvenendo), dovrà essere legittimamente indicato come il Quisling ellenico. E tra collaborazionisti e resistenti, dovrebbe esser noto, non corre mai buon sangue...

Ci potremmo divertire a lungo con la retorica "antitedesca" che gronda da questo testo, e accusare di tardo-nazionalismo chi, solo fino a dieci giorni fa, rivolgeva questa accusa a chi sostiene da tempo la necessità della rottura dell'Unione Europea. Ma sarebbe tempo perso.

Questo testo ha infatti un altro scopo, non certo quello di capire le dinamiche del reale per abbozzare un progetto di cambiamento. Uno scopo di brevissimo respiro e nessun futuro: mantenere aggregato quel baraccone disperato, che non ha più neanche la speranza di esser salvato dal riformismo altrui.

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Con Alexis Tsipras e del popolo greco. Continuiamo la lotta

In tutto il mondo si sono viste le immagini della vergogna. Un gruppo di oligarchi che usa ogni metodo e ogni tortura per piegare un leader e un governo democraticamente eletti e un popolo. Per questo le nostre prime parole sono di grandissimo affetto per Alexis Tsipras che combatte la più dura delle battaglie. Disse Allende che gli altri avevano la forza ma non la ragione. E' ancora così. Si stanno tentando due colpi di Stato. Contro il Governo greco e contro cio' che rimane dell'Europa. Altri colpi di Stato sono stati praticati in questi anni da quel vero regime che e' il capitalismo finanziario e, purtroppo, l'Europa della Troika. Questa volta stanno incontrando una Resistenza, che e' anche una speranza di Liberazione. Non si può chiamare trattativa cio' che e' stato appunto prima il tentativo di abbattere Governo Tsipras e poi, fallito il colpo per lo straordinario esito del referendum, di buttare fuori la Grecia dall'Europa. Dopo l’ostentazione di crudeltà (e di ottusità) di queste settimane e, in crescendo, di queste ore possiamo dire con certezza che NON E’ LA GRECIA DI TSIPRAS, MA LA GERMANIA DI SCHAUBLE E MERKEL, INCOMPATIBILE CON L’EUROPA.Tsipras e il popolo greco stanno lottando per tutto ciò in cui credettero i padri fondatori dell’Europa e che questa leadeship europea politicamente e moralmente miserabile sta quotidianamente tradendo. Un’Europa tedesca è una contraddizione in termini. Oltre che una costruzione impossibile, inaccettabile per qualunque popolo dotato di un briciolo di dignità, economicamente squilibrata a favore di uno solo e per questo votata alla stagnazione e al fallimento, incompatibile con i principii di democrazia, equità e solidarietà.

Di ciò che contiene l'accordo lo stesso Tsipras - a cui va il ringraziamento di tutti noi, per aver dimostrato che cosa significa la DEMOCRAZIA - ha scritto in modo lucidissimo. E dice chiaramente che occorre continuare la lotta. Queste parole ci interrogano tutte e tutti. Quanto siamo stati capaci di fare la nostra parte, che non e' solo per la Grecia ma per noi stessi? Sarebbe sbagliato ora dividersi tra chi invece deve lottare insieme. La battaglia va rilanciata, contro l'austerità, la Troika e gli oligarchi, l’”ordoliberismus” della dogmatica teutonica (l’assunzione dell’austerità e del rigore come principi costituzionali). Grandi sono le responsabilità del governo tedesco, popolari e socialisti, che sono mossi da un nazionalismo esasperato e feroce e che esercitano un ruolo politicamente nefasto oltre a violare quotidianamente, ormai da anni, con il loro surplus esportativo, le stesse regole europee che accusano gli altri di non rispettare.

Allo stesso modo grandi le responsabilità di tutti i socialisti europei che hanno semplicemente balbettato rimanendo corresponsabili di questa vergogna. E grandi le responsabilità dei governi Mediterranei che dovrebbero contrastare le politiche di egemonismo tedesco e non lo fanno.

Questa Europa, così, non ha futuro. Non e' il sogno di Spinelli ma un incubo. Noi questa Europa la vogliamo rovesciare. Dobbiamo cacciare la austerità e il liberismo. Affermare la democrazia. Fare una lotta durissima per strappare la moneta dalle mani degli oligarchi. Costruire una centralità mediterranea alternativa e dotata di strumenti per promuovere nuova economia.

Nell’immediato indiciamo una SETTIMANA DELLA VERGOGNA EUROPEA. Manifestiamo davanti ai simboli delle forze del caos e dell’arroganza, a cominciare dalla Deutsche Bank. Facciamo sentire al popolo tedesco e a quelli che vi si accodano tutta l’indignazione del popolo europeo e l’isolamento dei loro governi, con tutti i mezzi dell’azione nonviolenta, dal bombing telematico fino al boicottaggio dei servizi e dei prodotti. Diciamo al nostro governo che con il suo atteggiamento inerte e di fatto colluso non ci rappresenta. Ribadiamo il nostro affetto e il nostro apprezzamento per Alexis Tsipras e per il popolo greco che con la loro generosa azione hanno mostrato a tutto il mondo la vera natura di questa Europa: Grazie al loro coraggio la Grecia e l'intera Europa non sono precipitate in una crisi finanziaria senza precedenti

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