Tempo di pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi 2015 in Russia. Almeno per le cariche ufficiali, politiche e istituzionali; che non danno davvero l’impressione di aver bisogno di attività offshore per sbarcare il lunario e vivere più che “dignitosamente”.
Nei palazzi del Cremlino, il primo vice-capo dell’Amministrazione presidenziale, Vjačeslav Volodin, batte tutti con 87,1 milioni di rubli: 24 milioni in più rispetto al 2014 e, stando ai documenti ufficiali, oltre dieci volte più del suo capo, Vladimir Putin, fermo a 8,9 milioni, o 741mila rubli al mese. Sembra che la gran parte dei guadagni di Volodin, secondo la Tass, venga da investimenti in azioni e le Izvestija hanno precisato che, comunque, Volodin ha donato in beneficenza quasi la metà dei suoi introiti. Stando alla rivista Finans, ripresa da Komsomolskaja Pravda, già 10 anni fa Volodin era classificato al 351° posto tra i miliardari russi, con un patrimonio stimato in 95 milioni di dollari; fino al 2006 egli deteneva infatti il pacchetto di controllo della holding “Prodotti solari”, dalla cui vendita, l’anno successivo, avrebbe ricavato 592 milioni di rubli. Secondo la Tass, il forte incremento di reddito registrato tra il 2014 e il 2015, sarebbe dovuto al sensibile aumento dei tassi sui depositi bancari.
Molto più modestamente, nel 2014, Vladimir Vladimirovič si era attestato a 7,6 milioni (nel 2013 il suo reddito era stato di 3,6 milioni, ma poi aveva firmato una direttiva per il raddoppio dello stipendio di Presidente e primo ministro) e continua a possedere un paio di appartamenti e un pezzetto di terra in Russia. Il primo ministro Dmitrij Medvedev ha guadagnato invece nel 2015, 8,8 milioni, contro i 4,2 del 2013. Crollati i redditi del leader della classifica precedente, capo dell’amministrazione presidenziale per la collaborazione economica coi paesi della CSI, Oleg Govorun: dai 114 milioni del 2014 ai “miseri” 9 del 2015. Il portavoce presidenziale, Dmitrij Peskov, è passato da 9 a 36,7 milioni, che si aggiungono ai 90 milioni e ad alcuni appartamenti in USA della sua consorte Tatjana Navka. Il capo dell’amministrazione del Cremlino, Sergej Ivanov, è sceso da 16 a 10 milioni. I più bassi stipendi al Cremlino sono stati quelli di alcune collaboratrici presidenziali, ferme a circa 4 milioni di rubli.
Per Komsomolskaja Pravda alcuni “Ministri affittano ville in Europa, mentre i deputati si comprano l’elicottero”. Vengono affittati appartamenti e ville in Austria, Gran Bretagna, Svizzera, Italia, Spagna e così via, mentre nel garage di casa non mancano Mercedes, Bentley e Ferrari, oltre che elicotteri e yacht. In effetti, i redditi degli alti dirigenti del Cremlino sono briciole se paragonate a quelli di alcuni Ministri, con in testa il Ministro per le questioni del “Governo aperto”, Mikhail Abyzov – l’unica personalità pubblica inserita da Forbes tra i russi più ricchi – che nel 2015 ha intascato 455 milioni di rubli, il doppio del 2014. Anche nel suo caso, il patrimonio azionario avrebbe garantito il successo. I redditi di altri Ministri oscillano tra i 90 e i 150 milioni di rubli, ma in diversi casi, i patrimoni dei o delle consorti aumentano di molto il budget familiare.
Alla Duma invece, tra i capi di partito più ricchi sarebbe in testa il leader del PC Gennadij Zjuganov, con 6,5 milioni di rubli. Lo seguono il capo della frazione parlamentare “Russia Unita” (il partito presidenziale), Vladimir Vasilev con 5,6 milioni e dal leader del Partito Liberal-democratico Vladimir Žirinovskij con 5,3 milioni. Il presidente della Duma, Sergej Naryškin ha dichiarato per il 2015 9 milioni di rubli, rispetto ai 2,7 del 2013. Ma i maggiori introiti si registrano tra i “semplici” deputati, con redditi di alcune centinaia di milioni.
Usciamo dalla Duma e seguiamo i dati del Comitato statale per le statistiche, secondo cui, nel settore dell’insegnamento, la media generale per l’intero paese è di 30-32mila rubli (con una forbice tra le diverse regioni da 15 a 65 mila rubli, anche in ragione del livello di inquadramento: federale, repubblicano o municipale); su tali cifre si attestano anche il settore della cultura in generale e quello sanitario. Nella media generale del paese, all’ultimo gradino salariale si mantiene ben saldo il settore agricolo, con redditi medi di 15-17 mila rubli; mentre la posizione più alta è appannaggio del settore finanziario, con stipendi di circa 70-90 mila rubli, passando per il campo energetico (60-65 mila), amministrativo statale e militare (40-45 mila) ecc. Di regola, in ogni singolo settore, si riscontra una discreta disparità di salario tra regione e regione e, ovviamente, una altrettanto notevole diversità di trattamento, anche di 4-5 volte, può esser data all’interno dello stesso apparato amministrativo dall’essere occupati ad esempio in un ufficio municipale, diciamo moscovita, o in una anticamera del Cremlino. Stando al sito Person-agency.ru, tra gennaio e dicembre 2014 i redditi monetari medi erano scesi del 7,3%. Secondo quanto riportato dalle agenzie, la maggiore preoccupazione espressa dai russi a Vladimir Putin durante il recente “botta e risposta” tra cittadini e presidente, è non tanto quella dell’alto corso delle valute estere (dopo il crollo di inizio anno, quando l’euro si comprava con oltre 90 rubli, oggi la media è di 70-75), quanto il continuo aumento dei prezzi dei principali prodotti, che mette in crisi anche gli stipendi non del tutto modesti. A marzo il livello di inflazione ufficiale è stato dello 0,46% (2,06% da inizio anno) e, sui 12 mesi del 2015, era stato del 12,91%.
Il negativo corso valutario pare abbia interessato di più, ovviamente, i russi ricchi, il cui patrimonio complessivo, secondo Forbes, è sceso dai 408 miliardi di $ del rating precedente, ai 360 di quest’anno. Una prece.
Più interessante sembra invece osservare le reazioni di alcuni lettori alla classifica Eurostat, riportata da Komsomolskaja Pravda, circa i paesi UE con più alta percentuale di popolazione povera, a partire da Bulgaria (con il 34% sull’intera popolazione) e Romania (24%), passando per Lettonia (16,4%) e Lituania (13,9%). Se un lettore paragona il livello salariale medio russo a quello messicano (in dollari: 250-300), corrispondente a circa 20 mila rubli mensili, un altro cita lo stipendio dei portalettere che, se a Mosca si aggira sui 17.000 rubli, in alcune regioni scende fino a 10 mila. Un altro aggiunge che lo stipendio dei medici va dai 10 ai 15 mila rubli, ricordando la riduzione di quasi il 20% per gli investimenti per sanità e istruzione pubbliche, con medici e infermieri che, soprattutto nelle città di provincia, si licenziano in massa dalle strutture pubbliche. “Ci sono tre tipi di bugie”, replica un altro lettore, “c’è la bugia, c’è la bugia sfacciata e c’è la statistica russa. Se secondo quest’ultima ci sono oggi 16 milioni di poveri, economisti indipendenti parlano di 23 milioni. Se il salario medio statistico è di 35 mila rubli, in realtà non si arriva a 20 mila. Ma, ciò che più conta, c’è oggi un tale abisso tra ricchi e poveri come non si era mai visto”.
Se oggi, a Mosca, si parla di 800 euro (60 mila rubli) come di un “buon stipendio” per occupazioni in uffici amministrativi o sportelli bancari, non si può non concordare con l’ultimo lettore: la voragine aperta nel 1991 è ben lontana dal richiudersi.
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