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07/07/2018

Mandato di arresto per Correa: l’Ecuador si ribella

Emesso un mandato di arresto internazionale nei confronti dell’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa. L’accusa è relativa a un suo presunto coinvolgimento nel rapimento di un ex deputato ecuadoriano.

Tra gli altri anche il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha espresso la propria solidarietà a Correa: “Prima Cristina, poi Lula, ora Correa. Deve finire immediatamente la persecuzione dei veri leader della nostra America”, ha dichiarato Maduro, sottolineando che “la Rivoluzione Bolivariana è solidale con il popolo dell’Ecuador e Rafael Correa”.

Ieri migliaia di ecuadoriani hanno manifestato in sostegno a Rafael Correa.

Su quanto sta accadendo in America Latina Itzamná Ollantay scrive nel suo blog su Telesurtv.

Di seguito la traduzione del suo articolo

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Perché tanto odio verso Rafael Correa?

Un tribunale dell’Ecuador ha emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti di uno dei principali difensori dei diritti umani dei popoli dell’Ecuador e dell’America Latina: l’ex Presidente Rafael Correa.

E’ accusato dei reati di associazione a delinquere e sequestro con riferimento al presunto sequestro avvenuto in Colombia nel 2012, dell’ex deputato Fernando Balda, il tutto sulla base di una dichiarazione di un ex poliziotto indagato (efficace collaboratore) che dichiara: “Ho inviato lettere al Presidente Correa”.

Mentre accade tutto questo, ex governanti neoliberisti tra i più corrotti, che hanno consegnato le ricchezze dei popoli latinoamericani alle multinazionali, continuano a godersi le loro eterne vacanze negli Stati Uniti. Come il boliviano Gonzalo Sánchez o Alejandro Toledo del Perù... Governanti disonesti e/o corrotti come quelli attuali in Guatemala e in Honduras che, avendo il sostegno del governo USA, sono intoccabili. Temer in Brasile, Macrì in Argentina, nonostante le denunce pubbliche a loro carico, continuano a governare sostenendo gli interessi dell’Impero.

Il teatrino della “guerra alla corruzione” spinto dal governo nordamericano e applaudito dal candore latinoamericano, non è altro che la continuazione della “guerra anticomunista”. Negli anni ’70 torturavano e eliminavano fisicamente i difensori dei diritti. Ora, con il linciaggio mediatico e giuridico, ne distruggono l’onore e l’integrità morale. Il fine è sempre lo stesso: piegarli e farli apparire come mostri.

Rafael Correa ha sfidato l’Impero per dieci anni, dal Palazzo di Carondelet, ora cercano di cancellarlo giudiziariamente e politicamente, perché i cavalieri della morte sanno che Bruto (Lenin Moreno) ha i giorni contati, non per problemi fisici, ma per la sua attuale condizione morale di traditore. Il Bruto romano, traditore e assassino di suo padre Giulio Cesare, si suicidò annientato dal senso di colpa.

Cosa ha fatto di imperdonabile Rafael Correa?

Secondo dati della Banca Mondiale, nell’anno 2000 gli ecuadoriani in stato di povertà erano più del 64%. Correa, nei suoi dieci anni di governo (2007-2017) ha portato la povertà nel Paese al 21%. Il che significa che più di 6 milioni di ecuadoriani sono usciti dalla povertà.

Rafael Correa ha ristrutturato tutto il sistema tributario del Paese. Grazie alle politiche sociali messe in campo, il denaro ricavato è stato ridistribuito alle famiglie in povertà. Un esempio di democratizzazione economica in tempi di recessione mondiale. Ha fatto diventare l’Ecuador un Paese di riferimento mondiale, non solo per quanto riguarda la giustizia tributaria e l’equità sociale, ma anche per la costruzione di una moderna rete stradale mai vista prima nel Paese. Ha ampliato, come mai prima, l’accesso ai servizi pubblici come diritti umani fondamentali e i mercanti dei servizi pubblici non glielo hanno mai perdonato.

Per quello che riguarda il fenomeno migratorio, nel 2007 l’Ecuador era quello che sono attualmente Guatemala, Honduras e El Salvador: un fuggi fuggi verso l’estero. Con Correa, i migranti ecuadoriani sono tornati nel Paese, grazie alle politiche di ritorno pianificato. Inoltre, con la nuova Costituzione Politica (2008), si è potenziata, in questo Paese ecologicamente “mega diverso”, la cittadinanza latinoamericana.

Rafael Correa, insieme ad altri latinoamericani del XXI secolo, ha dato impulso alla dignità e alla sovranità regionale dell’America Latina con la creazione della CELAC, ALBA, UNASUR ecc. Tutto naturalmente senza il consenso di Washington. Ha liberato l’Ecuador dalle catene economiche di CIADI – BM.

Come un Davide latinoamericano, Correa ha cacciato l’esercito nordamericano dal territorio ecuadoriano (base di Manta). Ha umiliato la prepotenza geopolitica nordamericana nel caso Assange, USAID, ecc. Nel 2007 l’Ecuador era in pieno processo di decomposizione sociopolitica. Ma nel 2017 Correa ha lasciato un Paese divenuto un modello da seguire all’interno della vetrina mondiale.

Riassumendo, il nostro difensore dei diritti Rafael Correa, era ed è un baluardo vivo e contagioso che ha frenato e frena l’annessione commerciale e politica dell’America Latina da parte nordamericana.

L’oligarchia imperialista nordamericana e i suoi complici regionali, abituati a vedere nei latinoamericani dei poveri servi, non permetteranno mai che difensori delle libertà latinoamericani passino alla storia come eroi che seminano libertà, dignità e sovranità. Per questo linciano Lugo, Cristina, Lula, Dilma, Rafael, Maduro... Ma, in milioni in America Latina ci siamo svegliati e continueremo ad inseguire i nostri sogni di emancipazione.

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