Sono stato a Riace e ho visto un paese ricostruito ed in piena attività grazie all’accoglienza dei migranti e ad un uso rigoroso ed intelligente dei fondi pubblici. Trentacinque euro al giorno per persona sono pure troppi, mi disse il sindaco Domenico Lucano, se vengono utilizzati per ricostruire e organizzare e non solo per assistere.
Sarà per questo che da due anni a Riace sono stati tagliati e sospesi i fondi che in giro vengono distribuiti a pioggia e anche a pessime mani. Le strade e le vecchie case ristrutturate, la pulizia assoluta, le tante botteghe artigianali aperte da migranti e da italiani, il borgo rinato, testimoniano che l’esperienza di Riace ha funzionato bene, troppo bene.
Mimmo Lucano e la sua amministrazione hanno avuto subito contro i fascisti e la ndrangheta e poi anche settori degli apparati dello stato, in assoluta continuità dalla gestione Minniti a quella di Salvini, che hanno messo i loro bastoni nelle ruote di quell’esperienza.
Prima una valanga di ispezioni, che alla fine si sono concluse con una ultima relazione ufficiale che con parole persino commosse esaltava il modello Riace.
Poi le accuse di malversazione sui fondi pubblici, che alla fine non hanno trovato un centesimo di prova e sono finite nel nulla, ma intanto hanno bloccato i legittimi finanziamenti.
A Riace non ci sono state malversazioni di fondi pubblici, lo ricordiamo a Matteo Salvini, che ora festeggia l’arresto di Mimmo Lucano dall’alto degli ottantadue anni nei quali ha rateizzato i quarantanove milioni sottratti dal suo partito allo stato.
Il sindaco di Riace è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, cioè per aver organizzato la solidarietà, e per abusi nella raccolta rifiuti. Cioè per non aver affidato quella raccolta ad un “mercato” pieno di aziende su cui la stessa magistratura indaga, ma per averla assegnata a due cooperative locali, che non solo hanno pulito il paese, ma lo hanno portato ai vertici della raccolta differenziata. E con costi bassi.
Mimmo Lucano è stato arrestato per i reati di solidarietà e buona amministrazione, e mi sento tranquillamente di ammettere che se mi trovassi nelle condizioni di Mimmo, quei reati li commetterei anche io.
L’arresto del sindaco dell’accoglienza è un atto gravissimo, un segno di quel degrado autoritario che minaccia i principi stessi della nostra Costituzione. Contro quest’arresto bisogna alzare più alta possibile la voce dell’indignazione.
Al sindaco di Riace ed alla sua compagna, colpita da un vergognoso provvedimento di divieto di dimora, va la mia completa solidarietà, con il sostegno e l’adesione a tutta l’indispensabile mobilitazione democratica.
Io sto con Mimmo Lucano, sindaco di Riace.
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