11/11/2013
L'Egitto tra violenze ed elezioni
Due morti e oltre 20 feriti negli scontri di ieri tra sostenitori e oppositori del deposto presidente Morsi, mentre il governo ad interim annuncia per febbraio del prossimo anno nuove elezioni parlamentari.
A pochi giorni dall'apertura del processo contro il leader del governo dei Fratelli Musulmani - accusato di incitamento alla violenza e all'omicidio, reati per cui rischia la pena di morte - ieri l'Egitto ha assistito ad una nuova giornata di violenza: a Giza due persone sono state uccise - tra cui un bambino di 12 anni - e altre 20 sono rimaste ferite. Scontri anche a Suez, Il Cairo e Alessandria, dove le forze militari egiziane hanno arrestato 12 manifestanti. In totale, ieri sono state messe le manette ai polsi a 19 membri della Fratellanza Musulmana, ultimo atto di una lunga serie di azioni volte a reprimere il movimento islamista, dichiarato illegale in Egitto poche settimane fa.
Le manifestazioni di ieri erano partite non solo come forma di protesta per il processo a Morsi, ma anche per il recente arresto di sette donne che manifestavano a favore dell'ex presidente e accusate di aver incitato alla violenza e di aver bloccato delle strade: migliaia di sostenitori del movimento islamista sono scesi in piazza sotto lo slogan "Le donne d'Egitto sono la linea rossa".
Ieri, intanto, il ministro degli Esteri egiziano, Nabil Fahmy, ha annunciato che le prossime elezioni parlamentari si terranno a febbraio o marzo 2014, seguite in estate dal voto per la carica di presidente. Fahmy ha aggiunto che il partito Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani, è considerato "legale" e potrà quindi prendere parte alle elezioni. Resta da vedere se la Fratellanza accetterà: nei mesi scorsi, a seguito del colpo di Stato con cui l'esercito guidato dal generale Al-Sisi ha deposto il presidente Morsi, il gruppo ha rifiutato qualsiasi forma di collaborazione politica con il nuovo governo ad interim, giudicandolo "illegittimo e antidemocratico".
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