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06/09/2018

Ilva - USB: accordo impossibile, annullare la gara e nazionalizzare

Arcelor Mittal si è presentata alla ripresa della trattativa su Ilva, al ministero del Lavoro, senza alcuna differenza sostanziale dalle posizioni intransigenti che non hanno consentito di raggiungere un accordo nei mesi scorsi.

La presunta garanzia occupazionale al termine del piano industriale è offerta solo se a costo zero per l’azienda, cioè con taglio salari, cassa integrazione o licenziamenti. Così come non vi è alcuna risposta positiva sul mantenimento dei diritti acquisiti a tutela dal licenziamento discriminatorio, il vecchio articolo 18.

Per l’Unione Sindacale di Base, con queste posizioni, non c’è alcuna condizione per concludere un accordo.

Un mese dopo l’ultimo incontro, Arcelor Mittal si è ripresentata nel Salone degli Arazzi in stile tre scimmiette: non vedo (la situazione), non sento (le richieste dei lavoratori), non parlo (di piani industriali). Atteggiamento che cozza clamorosamente con l’ottimismo manifestato dal ministro Di Maio ancora in apertura dell’incontro e poi fatto artatamente trapelare durante il pomeriggio.

L’Unione Sindacale di Base, di fronte all’arroganza di Arcelor Mittal, ribadisce la propria linea: in assenza di novità immediate e sostanziali, procedere con l’annullamento della gara e portare Ilva sotto il controllo pubblico. Arcelor Mittal non può pensare di imporre condizioni di alcun genere, tanto meno inventando impossibili bilanciamenti tra garanzie occupazionali e tutela dei salari, oppure tra articolo 18 e assetti industriali.

USB si è battuta e si batterà perché siano assicurati tutela dell’occupazione, continuità dei salari e tutela ambientale. È ora che Mittal faccia quel passo avanti che a tutt’oggi rifiuta di fare, protetta fino a pochi mesi fa dal precedente governo e dall’ex ministro Calenda, sui quali il nostro giudizio rimane molto duro. Se da questo tavolo nascerà un buon accordo, bene. Altrimenti si annulli la gara, senza esitazione alcuna.

I lavori sono proseguiti fino a tarda sera. Resta confermato lo sciopero di tutto il gruppo proclamato per martedì 11.

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