Sono gli stessi uomini che solo giovedì, secondo il Ministero della difesa della Repubblica Popolare di Donetsk (che, nonostante le voci di liquidazione circolate nei giorni scorsi e pur con una ristrutturazione operativa che risponde agli accordi di Minsk, continua a operare) hanno violato il cessate il fuoco 36 volte, anche con l'impiego di artiglieria pesante, razzi, mortai e carri armati. Colpiti in particolare le città di Donetsk, Jasinovataja e Gorlovka e i villaggi di Žabičevo e Spartak. Il vice comandante di corpo (pare che la ristrutturazione del Ministero sia tale per cui il 1° corpo fa capo alla DNR e il 2° corpo alla LNR) del Ministero della difesa della DNR, Eduard Basurin ha addossato la responsabilità personale per i bombardamenti e le vittime civili sul comandante ucraino del settore B dell'ATO, general-maggiore Sergej Naevo:
E' in questa situazione che, come scrive l'agenzia Novorossija, Porošenko apporta modifiche tali alla Costituzione, approvate sotto la supervisione diretta dell'assistente del Segretario di stato USA per l'Europa e l'Eurasia, Victoria Nuland (fisicamente presente in aula alla Rada ucraina, insieme all'ambasciatore statunitense a Kiev Geoffrey Pyatt) per accusare la Russia di far saltare gli accordi di pace di Minsk. Ieri la Rada ha trasmesso alla Corte suprema il testo con le modifiche costituzionali, diverse dalla prima redazione. Quest'ultima prevedeva che lo status speciale – contemplato dagli accordi di Minsk – di autogoverno in alcune province delle regioni di Donetsk e di Lugansk sarebbe stato stabilito da una norma specifica. Secondo la nuova redazione, voluta evidentemente da “Nulašenko”, tale specificazione è demandata alle norme transitorie di un nuovo testo costituzionale. Secondo i rappresentanti di DNR e LNR, le correzioni apportate non hanno niente a che vedere con gli accordi di Minsk e non rimuovono il conflitto di vedute tra Kiev e Donbass proprio sulla questione della riforma costituzionale.
Secondo il vice direttore dell'Istituto per la CIS (la Comunità di Stati Indipendenti, che raccoglie alcune delle ex Repubbliche sovietiche) Vladimir Žarikhin, intervistato da RIA Novosti
Già lo scorso 13 luglio il Centro Informazioni di Lugansk riportava la dichiarazione congiunta dei rappresentanti di LNR e DNR al Gruppo di contatto, Vladislav Dejnego e Denis Pušilin, secondo i quali
Il progetto di legge presentato da Porošenko non presuppone alcuno status speciale per alcune province delle regioni di Donetsk e Lugansk, non parla di federalizzazione, ma solo di decentralizzazione e prevede invece, secondo RT, che lo status del Donbass verrà definito da una legge specifica. Il politologo Aleksandr Pavič rileva che nel progetto non si fa parola di autonomia, mentre Nuland <è venuta a Kiev e ha indicato apertamente cosa fare. Ciò è semplicemente umiliante per il popolo ucraino. Gli ucraini dovrebbero porsi la domanda: davvero Majdan è stata fatta per ottenere ciò, affinché nel parlamento comparisse un curatore straniero che si accerta che si voti correttamente? E cosa ha da dire la UE, che sostenne Majdan? Davvero è democrazia, quando un funzionario straniero segue le votazioni parlamentari?>.
Vladimir Putin, nel corso di un colloquio coll cosiddetto “Gruppo normanno” (il primo dallo scorso 30 aprile) tra Francia, Germania, Ucraina e Russia, ha sottolineato come la condizione principale per la soluzione della crisi ucraina sia il dialogo diretto tra Kiev e Donbass, anche nell'ambito del Gruppo di contatto, che riunisce a Minsk i rappresentanti di Kiev e Mosca, con la mediazione dell'Osce e la presenza di rappresentanti di DNR e LNR.
Per quanto riguarda poi i rapporti interni alla DNR stessa, giungono sempre più sicure smentite alle voci, cui si accennava prima, di una liquidazione del Ministero della difesa e addirittura di tentativi di colpo di stato militare, con relativo rovesciamento del presidente Aleksandr Zakharčenko, l'arresto di alcuni ufficiali dell'intelligence militare e l'ordine di arresto di altri ufficiali dello stato maggiore. Le voci – diffuse dall'ex capo dell'intelligence militare della DNR, Sergej Petrovskij e riportate da lenta.ru con la postilla di “notizie contraddittorie e praticamente non verificate” – avevano ricevuto credito soprattutto dopo che a Donetsk erano saltate in aria due automobili (una delle quali, della segretaria di Zakharčenko, Elena Filippovna, rimasta gravemente ferita) ed era stato compiuto un attentato contro Jurij Sivokonenko, uno dei fondatori della DNR e candidato al posto di presidente>.
A queste voci ha risposto lo speaker del parlamento di Donetsk, Denis Pušilin. Secondo le sue parole, riportate da Cassad.net,
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