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10/09/2018

C’è posta per lui

“Ci fanno rivedere sempre lo stesso film” – Philip K. Dick

Dopo un decennio di proclami giustizialisti, la Banda degli Onesti grillini si ritrova socia d’un partito in bancarotta per truffa, che in pieno stile berlusconiano accusa la magistratura di trame golpiste.

Il loro ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è indagato anche per sequestro di persona, un reato che prevede fino a 30 anni di galera. Come in un reality Mediaset, Salvini ha aperto in diretta la busta dell’avviso di garanzia, bevendoci su (product placement) e coinvolgendo in una chiamata di correo tutti i suoi elettori.

Nessuno però, neanche gli stessi magistrati, s’aspetta davvero che venga processato, né tantomeno condannato, perché tutti sanno che allo stato attuale delle cose, la sua condanna provocherebbe una crisi di sistema, un esplosivo conflitto istituzionale, e forse addirittura scontri di piazza.

Grazie alla sua popolarità, dovuta a una serie di promesse irrealizzabili, e di ferini appelli ai peggiori istinti fascio-razzisti del paese, oggi Salvini è di fatto al di sopra della legge.

L’Italia non è uno Stato di Diritto, né una Democrazia moderna, e non lo è mai stata.

È un’oligarchia tribale nella quale il Cazzaro che la spara più grossa, e diventa più popolare, acquisisce così totale impunità.

Finché è popolare.

Questo quindi non significa che Salvini non possa essere rimosso. Significa che prima di essere rimosso dev’essere disinnescato.

Che quegli stessi media che l’hanno reso popolare facendogli da megafono, dovranno smascherarlo. Se e quando i loro proprietari lo riterranno conveniente per i loro interessi. Berlusconi, Zuckerberg, Murdoch.

Finora il cosiddetto Governo del Cambiamento è di fatto in totale continuità col governo precedente. Sull’Ilva è passato l’accordo stipulato da Calenda, sull’immigrazione si prosegue la linea Minniti, sui vaccini resta in vigore il decreto Lorenzin.

Il Reddito di Cittadinanza s’annuncia come un semplice ampliamento del renziano Reddito d’Inclusione, la presunta Flat Tax sarà soltanto un’agevolazione fiscale per le imprese come quella del governo Gentiloni.

Tutti i grilloverdi ora promettono il rispetto d’ogni vincolo economico imposto dall’Unione Europea.

TAV e TAP restano confermati.

Le concessioni autostradali restano ai Benetton.

Nell’incontrare Salvini, Tony Blair aveva senz’altro di che sorridere.

La vulgata mediatica però rimane quella dei Nuovi Barbari distruttori del Vecchio Ordine, e secondo i sondaggi gli elettori continuano ad abboccare.

Il compito affidato a Salvini è quello di dirottare qualsiasi malumore popolare su profughi, mendicanti, e sfrattati.

In Italia – e non solo – non esiste più la montesquiana separazione fra i poteri, perché c’è rimasto un solo vero potere, controllato dal denaro, ed è la Propaganda.

L’unica vera sovrana d’un paese rincoglionito che vede invasori alieni dappertutto, e continua ad acclamare un Cazzaro dopo l’altro.

La capacità di manipolare il prossimo dall’interno della sua stessa mente è l’essenza del potere.

È quello l’interno che conta amministrare.

“Chi controlla la percezione della realtà, controlla la realtà” – Philip K. Dick

Esattamente come Renzi, Salvini non ha in realtà nessun controllo sulla fonte della sua impunità, e del suo potere.

Quella che la magistratura gli punta alla testa per adesso è una pistola scarica. Saranno i media a decidere se e quando metterci le pallottole.

Chi controlla la percezione di Salvini, controlla Salvini.
E l’Italia.

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