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16/03/2020

De Luca, l’epidemia e le ordinanze cilene

Diciamolo pure senza girarci attorno, perché non siamo nati ieri e lo sappiamo bene: per Vincenzo De Luca, pessimo Presidente della Regione Campania e Commissario regionale per la Sanità, più il coronavirus fa balenare lo spettro delle peggiori disgrazie, più l’epidemia diventa un’occasione d’ora, un inatteso e autentico terno al lotto.

Lui naturalmente non lo dirà mai, ma si vede lontano un miglio: più il tempo passa, più l’epidemia ci aggredisce e annuncia una catastrofe, più lo sceriffo salernitano sgomita, scalcia e ruba la scena al dolore della gente, alle angosciate riflessioni degli scienziati, ai medici e ai paramedici che vivono in prima linea e a rischio della vita una battaglia durissima e coraggiosa.

La narrazione che cerca di costruire il politico in difficoltà può essere efficace solo a una condizione: che la gente abbocchi all’amo, lo segua sulla via di una inutile repressione e dimentichi il ruolo che ha svolto in questi anni.

È un’illusione destinata però a naufragare di fronte alle dimensioni del dramma e ai nodi che vengono al pettine.

Polizia municipale, carabinieri e forze armate che De Luca chiama a raccolta come per un golpe cileno, non hanno alcun potere di incidere sulla situazione che viviamo.

I contagi purtroppo aumenteranno fino a raggiungere il picco, le vittime cresceranno fatalmente, nonostante l’abnegazione dei medici e degli infermieri e il prezzo che pagheremo sarà purtroppo altissimo e doloroso. Così alto e così doloroso, che alla resa dei conti nessuno dimenticherà gli ospedali che De Luca ha chiuso, i posti letto che ha cancellato, il turn over bloccato con le strutture boccheggianti per i vuoti di organico. Tutti ricorderanno la sua esclusiva responsabilità nei vuoti di organico, le oltre 45mila unità di personale che mancano alla sanità pubblica, priva di medici, e infermieri.

Quando usciremo da questa tragedia, De Luca non sarà il salvatore della Campania, ma l’uomo delle ordinanze stupide e autoritarie; sarà – ciò che è peggio – l’uomo degli ospedali chiusi, delle interminabili liste di attesa, dei reparti cadenti, delle barelle che sostituiscono i letti, delle condizioni igieniche da voltastomaco, della prevenzione oncologica praticamente cancellata.

Non si faccia illusioni, perciò, quando usciremo da questa tragedia, la gente ricorderà tutto e dovrà rassegnarsi: la sua vergognosa carriera politica è giunta al capolinea.

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