di Alessandra Daniele
“Mostrati forte quando sei debole, e debole quando sei forte” – Sun Tzu
Col promo della legge di Bilancio, il governo Grilloverde ha
firmato un’altra bella cambiale in bianco zeppa di promesse
propagandistiche.
“Sarà la Manovra del Popolo”. “Aboliremo la povertà”. “Il nostro
orizzonte politico è il 2050”. Le astronavi da combattimento sono già al
largo dei Bastioni di Orione.
Il Grilloverde non teme la reazione negativa dei mercati.
Se l’augura.
Perché un violento attacco speculativo a cui dare la colpa del mancato
mantenimento delle promesse è proprio quello che gli servirebbe.
I mercati sembrano però intenzionati a sobbollire l’Italia a fiamma bassa e immersione graduale. Come un polipo in brodo.
Il Grilloverde per adesso non teme neanche di perdere la fiducia dei suoi followers. Sa che hanno ancora un disperato bisogno di credergli, convinti di non avere nessun’altra speranza. E che all’illusione della Manovra del Popolo
s’aggrapperanno finché gli sarà possibile, nonostante la cialtroneria,
l’arroganza, l’incapacità, e persino la disumanità dimostrate da Lega e
M5S.
Il ministro della Cultura Bonisoli, quota M5S, ha definito gli immigrati “piante infestanti”.
In parlamento di alternative non ce ne sono. C’è il semivivo Berlusconi,
di fatto socio occulto della maggioranza, col quale Salvini s’è consultato più d’una volta mentre si elaborava il trailer della legge di Bilancio, presumibilmente sulla cosiddetta “Pace Fiscale” cara al loro elettorato.
Razzismo e condoni. “No all’invasione”, sì all’evasione.
E poi c’è il PD, o quel che ne rimane, responsabile diretto quanto
Berlusconi dell’attuale rovina politica, economica, etica e culturale
del paese. Una setta ancora guidata da Matteo Renzi verso il suicidio
collettivo rituale.
Di rado lo scenario politico italiano è stato più disperante.
L’Italia post-berlusconiana è una landa desolata percorsa da grotteschi
Cazzari di ventura che parlano in post-italiano, proclamandosi fieri
paladini d’un paese del quale non conoscono più la lingua, la storia, e
nemmeno la geografia, acclamati da seguaci così disperati da crederli
l’ultima possibilità di salvezza.
All’orizzonte svolazzano gli avvoltoi della tecnocrazia finanziaria,
aspettando di pasteggiare coi resti dell’Italia, quando tutte le
cambiali saranno inevitabilmente scadute, insieme al Quantitative
Easing.
E il polipo sarà cotto.
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