Dobbiamo avere il coraggio e l'onestà di dirlo, tanto la festa del
150esimo è finita, l'inno lo abbiamo sentito e risentito e ci siamo pure
ripetutamente emozionati. La bandiera è salva. Ora, patriottismo a
parte (e sempre salvo) diciamo le cose come stanno, senza diplomazia e
ipocrisie. L'Italia sempre più spesso agli occhi di chi ci guarda appare
un Paese ridicolo, semplicemente ridicolo. Mettetevi nei panni di chi
siede davanti la tv, a Parigi, a Berlino, a Londra, o in Paesi in queste
ore più provati dalle tempeste di neve, come la Polonia o la Russia.
Sorseggia un the o una birra e vede le immagini che la tv gli offre del
nostro Paese, e segue la cronaca dall'Italia.
Nonostante i -20 se vuol prendere un mezzo pubblico, basta che si
copra bene ed è fatta. Da noi, qualche fiocco di neve, se si vuole, ad
abbondare, una bella nevicata e tutto va a scatafascio. Neve peraltro
largamente annunciata, pure in centimetri, pure nell'ora della caduta e
della ricaduta. Mezza Penisola in ginocchio, strade e autostrade
bloccate, camionisti dell'Est che ce lo dicono quanto siamo ridicoli,
vecchie consolari azzoppate, non parliamo di strade provinciali e men
che meno delle provinciali.
Da Nord al Centro, passando per l'Emilia Romagna, paesi senza luce,
senza gas e senza acqua. E conseguentemente senza riscaldamento. E
conseguentemente, essendo senza luce, domani si ritroveranno con le
provviste in frigo da gettare nella spazzatura. E magari ancora isolati.
Cartoline dall'Europa? Valutate voi.
Altre istantanee. Comuni a un tiro di schioppo da Roma isolati e pure
questi senza luce, con la gente bloccata a casa al buio, senza alcuna
speranza che si faccia vivo uno spalaneve. Treni come la rete ci offre
in tanti filmati, passeggeri imbufaliti, seppure abituati al disagio dai
disservizi quotidiani. E sempre a Roma, il trenino che da piazzale
Flaminio che porta tanta, tanta gente a Nord della capitale, prima non
parte, poi quando parte imbarca i passeggeri che richiederebbero quattro
treni. Stipati come sardine come se fosse un convoglio di deportati,
oppositori di Stalin e per questo destinati in Siberia. La cosa è ancor
più grave perché il ridicolo di oggi segue di poco il ridicolo che ha
offeso i morti nella tragedia al largo del Giglio. Ci hanno riso dietro
tutti. Italiani navigatori? Un evento dietro l'altro, dunque,
all'insegna dell'incapacità, dell'approssimazione studiata
meticolosamente. Non una approssimazione casuale ma costruita,
elaborata, ingegnosa, fantasiosa, smarcante, schioppettante, futurista
direi. E meno male che almeno in politica abbiamo archiviato il ricco
catalogo delle oscene idiozie (non tutte, in verità), altrimenti la
frittata sarebbe stata più alta. Ecco, nel progetto di ricostruzione di
questo Paese bisogna mettere al primo posto la serietà. Ricordate la
serietà? Quella! Per esempio, per fare il sindaco ci sia consentito di
dire che non basta una vecchia militanza. No, non funziona nel
quotidiano, non funziona nelle piccole e grandi emergenze. Il ridicolo
fa capolino nella neve, come i bucaneve. Ricordate i bucaneve?
Fonte.
Appunto personale: col patriottismo per questo Stato e con la serietà dei banchieri al governo mi ci sciacquo le palle porca puttana!
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