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10/10/2018

Salvini-Le Pen, l’UGL e la memoria corta della Cgil

C’è grande sconcerto e preoccupazione nel mondo della sinistra per la conferenza stampa Salvini/Le Pen di cui ieri e stamattina stampa e tv hanno dato conto. Sconcerto e preoccupazione soprattutto per l’asse razzista-xenofobo tra Italia e Francia che si preannuncia in vista delle elezioni europee. Se lo sconcerto è scarsamente comprensibile, visto l’andazzo, la preoccupazione sembra essere tardiva e in qualche modo di maniera.

Infatti c’è un particolare dell’incontro che viene a mala pena citato e largamente sottovalutato, ed è il luogo in cui si è tenuta la conferenza stampa congiunta dei due, ossia la sede del sindacato di destra UGL, degno erede della CISNAL, a sua volta erede diretta del sindacato fascista. Fin qui nulla di strano, la UGL prima delle elezioni politiche ha stretto formalmente e ufficialmente un patto con la Lega di Salvini, inaugurando per la prima volta in Italia quel modello inglese che vuole le organizzazioni sindacali in diretta relazione con i partiti di riferimento.

Quello che andrebbe invece ricordato ai nostri della sinistra sconcertata e preoccupata è lo sdoganamento politico e sindacale dell’UGL all’epoca della segreteria Polverini attuato, platealmente e in pompa magna, dall’allora segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani, quando nel maggio del 2010, in apertura del XVI Congresso dell’organizzazione, salutò dal palco “la cara amica Polverini”. A parte il faticare a comprendere come si possa essere “cari amici” di una persona che esprime una visione politica, morale, etica e culturale totalmente opposta alla parte che si rappresenta, il punto è un altro.

Da quel giorno – in verità anche da prima ma da quel giorno con un vigore impensabile – la CGIL si è spesa in prima persona affinché l’UGL fosse convocata a ogni tavolo di trattativa, a ogni consesso sindacale democratico, diventasse interlocutore nel Paese. Tutto ciò in barba a ogni seria verifica di rappresentatività della sigla, in verità assai scarsa allora e quasi nulla oggi, dopo una scissione con strascichi giudiziari e politici di un certo peso, che però tuttora induce cigilcisluil a portarsi appresso a ogni trattativa i fidi sodali dell’UGL. La partecipazione alla trattativa dell’ILVA, dove praticamente l’UGL non esiste, ne è la prova più recente e palese.

Problemi di coscienza politica e democratica della Cgil si potrebbe dire, se non fosse che la stessa confederazione si adopera, e con buona lena, a impedire che la USB sieda ai tavoli di trattativa di secondo livello nella pubblica amministrazione perché ha scelto di non sottoscrivere un brutto contratto.

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