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05/02/2019

Guerra al Venezuela. Il ruolo infame dei media

Quando comincia una guerra, il primo morto è la verità. Non esiste eccezione possibile, a quanto pare. Ma lo zelo con cui i media italiani si dedicano a questo sporco lavoro è quasi imbarazzante.

L’attacco al Venezuela deciso dagli Usa di Trump sta facendo scomparire ogni distinguo tra le varie “fonti di informazione” principali. Pubbliche o private non c’è alcuna differenza. La Rai – che un qualche rapporto con “la politica” pure lo ha – si muove peraltro come se anche il governo italiano avesse sottoscritto il “documento europeo”, facendo quasi finta di ignorare che almeno questa volta “c’è un problema”.

E quando deve dar conto di questo “problema” lo fa usando il peso del presidente della Repubblica, Mattarella, che si è arrogato il compito – costituzionalmente non previsto – di indicare la “giusta linea” di politica estera: alla coda degli Usa. Di conseguenza, nessuna menzione viene fatta della posizione di forze e movimenti contrari al golpe, neppure – o tantomeno – di quelle che pure hanno dimensioni tali da venir rilevate nei sondaggi, come Potere al Popolo.

Se questo viene fatto sul panorama della politica interna, figuriamoci se può essere registrata la contrarietà alla guerra di forze politiche o personalità di rilievo a livello internazionale.

Avete per caso ascoltato o letto le parole di Roger Waters su un giornale diverso dal nostro?

Avete sentito dire della contrarietà di Jeremy Corbyn, segretario del Partito Laburista britannico e favorito nei sondaggi per le prossime elezioni politiche? “Il futuro del Venezuela è una questione dei venezuelani: la richiesta del Ministro degli Esteri Jeremy Hunt di ulteriori sanzioni contro il Venezuela è sbagliata. Ci opponiamo alle interferenze esterne in Venezuela, sia degli Stati Uniti che di qualsiasi altra parte. C’è bisogno di un dialogo e di un accordo negoziato per superare la crisi”. No, naturalmente, vi è stato detto soltanto che “la Gran Bretagna è schierata con la Ue e gli Usa”, perché l’anatra zoppa conservatrice, Theresa May, si è allineata.

Ma è sulla Francia che la disinformazione tocca vette inarrivabili. Del resto, 12 “Atti” dei Gilet Gialli sono stati raccontati sempre dal punto di vista di Emmanuel Macron. E quindi come “pura violenza senza giustificazioni”, oppure ventilando un’egemonia dell’estrema destra che non c’è mai stata. Pure lo sciopero generale di oggi, che vede in piazza insieme i gilet rossi del sindacato Cgt e quelli gialli del movimento... scompare dai notiziari (almeno fin quando la polizia, da qualche parte, non deciderà di caricare; e allora verrà invertita la responsabilità degli scontri).

Figuriamoci, dunque, se vi potevano informare dell’opposizione politica e parlamentare alla “dichiarazione di guerra” contro Maduro e la Rivoluzione Bolivariana...

Colmiamo ancora un volta noi la lacuna, pur sapendo di non avere lo stesso “peso” mediatico. Ma un po’ più di onestà intellettuale, sì...

Qui di seguito i passaggi più significativi del discorso di Jean-Luc Melénchon su una mozione contro Maduro all’Assemblea Nazionale Francese.
Abbiamo qui una risoluzione che non serve a niente.

Mi chiedo: In quale Paese del mondo si qualifica un Governo come dittatura quando questo perde le elezioni e lo riconosce? Quando perde il referendum e lo riconosce?

In quale Paese del mondo si è d’accordo con l’appoggiare un opposizione che immagazzina presso di sé armi da guerra e bombe?

Se lo fate voi, allora preparatevi a trattare da terroristi dei prigionieri politici, non importa quali terroristi siano stati arrestati.

Forse il signor Maduro avrebbe dovuto far dare mille frustate a questo oppositore, perché allora avrebbe il beneficio del silenzio complice di questa assemblea, esattamente come fate per l’Arabia Saudita.

Quindi, voi ora ricorrete a citare uno dei suoi cittadini che è presidente della Commissione per i Diritti Umani; sì, un saudita, presidente della Commissione per i Diritti Umani dell’ONU, per puntare il dito contro il Venezuela.

La verità è che voi vi occupate di quelli che difendono i poveri solo per fustigarli e discriminarli.

La verità è che tutto questo è parte di una politica di destabilizzazione organizzata dagli Stati Uniti d’America, che fanno colpi di Stato istituzionali come hanno fatto in Guatemala, come hanno fatto in Brasile, come hanno fatto in Honduras. E che tutto questo non è altro che un momento di propaganda internazionale della NATO e degli Stati Uniti. Questa risoluzione non ha assolutamente nessun valore e ho espresso qui tutta la rabbia che essa provoca in tutti coloro che apprezzano i Governi che difendono i poveri.
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