1) Russia: Putin, “Ritiro Usa da Inf. Garantiremo nostra sicurezza”
Stiamo assistendo al collasso del sistema internazionale di deterrenza” e c’è un pericolo di “catastrofe globale” nell’idea che prende piede in Occidente di “usare armi nucleari di bassa potenza”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, nella conferenza stampa di fine anno, aggiungendo che “la superiorità russa nella difesa missilistica è un elemento di deterrenza nella corsa globale agli armamenti e serve a mantenere la parità strategica”. “C’è una tendenza, ad abbassare la soglia per l’uso di armi nucleari”, ha avvertito, sottolineando che in Occidente “è apparsa l’idea di usare armi nucleari a bassa carica, che potrebbe portare a una catastrofe globale”. “Se arriveranno i missili in Europa poi l’Occidente non strilli, se noi reagiremo”, ha detto, auspicando che “l’umanità’ abbia abbastanza buon senso per evitare il peggio”. “E’ molto difficile immaginare come evolverà la situazione” dopo l’uscita degli Usa dal Trattato sull’eliminazione dei missili a raggio corto e intermedio (Inf.), ma la Russia dovrà “garantire la propria sicurezza”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, nella conferenza stampa di fine anno. “Ora gli Stati Uniti stanno facendo un altro passo, stanno lasciando l’Inf. Cosa accadrà? E’ molto difficile immaginare come evolverà la situazione”, ha dichiarato, ribadendo che se i missili americani verranno dispiegati in Europa, Mosca “dovrà rispondere e garantire la propria sicurezza”.
2) Trump vuole uscire dall’accordo con la Russia sul disarmo nucleare
Il presidente Usa accusa Mosca di aver violato l’intesa.
Gli Usa vogliono uscire dal Trattato sul disarmo e sul controllo delle armi nucleari con la Russia. Lo ribadisce il presidente americano Donald Trump che accusa Mosca di averlo violato. “La Russia non ha aderito all’accordo, quindi concluderemo l’accordo”, ha detto Trump ai giornalisti a Elko, in Nevada, dove è impegnato in una visita elettorale per le elezioni di medio termine.
“La Russia ha violato l’accordo, lo violano da molti anni, non so perché il presidente (Barack) Obama non ha negoziato o non si è ritirato, e non lasceremo che violino un accordo nucleare e continuino a costruire armi mentre a noi non è permesso”.
3) Verso una nuova corsa agli armamenti?
Il Trattato sulle armi nucleari a raggio intermedio (INF) fu sottoscritto nel 1987 dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica i cui presidenti all’epoca erano Ronald Reagan e Michail Gorbaciov. “Lo hanno violato per molti anni”, ha detto Donald Trump, aggiungendo che gli Stati Uniti ora “svilupperanno queste armi”.
L’accordo sino a oggi è stato una delle pietre miliari del disgelo che portò alla fine della guerra fredda. Grazie all’accordo furono distrutti 2.692 missili, 846 americani e 1.846 russi. L’INF, frutto di uno storico vertice a Reykjavik tra Reagan e Gorbaciov l’anno prima della firma, servì a limitare il numero dei missili dispiegati in Europa. Se è vero che Mosca da anni ormai viola gli impegni presi 31 anni fa, lo strappo di Washington rischia di riaprire la corsa agli armamenti e di innescare una nuova “guerra fredda” con Mosca e Pechino.
Il ritorno all’immediato pericolo nucleare nel confronto tra le superpotenze rappresenta il lasciato più drammatico di questo 2018 che si sta concludendo in queste ore.
Intendiamoci bene: non che, nel corso di questi anni, si sia vissuti in un’era di pace, tutt’altro come storia e cronaca ci hanno insegnato, ma nelle condizioni descritte dagli interventi sopra riportati si tratterebbe di un ritorno diretto a quell’equilibrio del terrore che contrassegnò la guerra fredda a partire dai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki dell’agosto 1945.
4) Il nuovo quadro mondiale e l’impegno prioritario per il movimento per la pace
Il quadro mondiale sta mutando rapidamente di segno rispetto alla fase contraddistinta dalla caduta dell’URSS, dall’accelerazione della globalizzazione e dall’assunzione da parte degli USA del ruolo di “gendarme del mondo”.
Le guerre esplose in diversi punti del pianeta, e di nuovo in Europa, presentano un segno diverso: quello della possibilità di essere propedeutiche o anticipatrici di un nuovo conflitto globale tra superpotenze, asimmetriche tra loro dal punto di vista della forza militare ma entrambe impegnate nello svolgimento di una funzione di tipo imperialista.
L’obiettivo della pace assume una valenza prioritaria, quasi di sintesi delle contraddizioni di questa fase della modernità: di sintesi e di riassunto al riguardo delle stesse prospettive di permanenza in vita dell’umanità sul pianeta.
Prospettive messe in discussione dall’assalto capitalistico alle risorse naturali, al territorio, all’ambiente. Assalto spinto fino al punto di alterare equilibri millenari e far presagire una vera e propria “espulsione” della vita umana dal globo nel giro di qualche generazione.
Senza la pace non vi può essere “politica” ed è questo il motivo perché bisogna far ritornare questo punto in cima ai nostri obiettivi in qualunque punto del Pianeta si lotti per il superamento del capitalismo.
Sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sfruttamento dell’uomo sulla terra, sull’acqua, sull’aria, genocidi, stermini di massa: un intreccio mostruoso che trova proprio il suo punto di saldatura nell’idea di guerra globale.
Il pericolo di guerra è tornato ad avere una sua logica razionale e strumentale all’interno del concetto e della pratica della modernità.
Dentro la globalizzazione era venuta a mancare la distinzione tra guerra e terrorismo, fra civili e militari, fra Stati e gruppi armanti “privati” e questo aveva fatto smarrire il senso della piena internazionalizzazione del conflitto.
5) Conclusione
Oggi è mutata la qualità di fondo della presenza della guerra in questa fase della storia ed è il caso di riprendere la riflessione su tre punti: la lotta per la pace come priorità di un’agenda che non dobbiamo farci imporre da nessuno; l’internazionalizzazione immediata del movimento; la connessione, sul piano teorico e politico, dell’idea della pace con il complesso delle contraddizioni riguardanti lo sfruttamento del genere umano (senza dimenticare la sopraffazione del genere femminile che dura e perdura nella maggior parte degli angoli del mondo), della natura, della vita.
E’ questo l’impegno prioritario da indicare per il 2019.
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