Un anno di attesa e ancora nulla. Succede alla Regione Emilia Romagna che ormai quasi 12 mesi fa, esattamente a marzo 2011, ha chiesto a Maserati il piano industriale dello stabilimento di Modena. Visto il crollo delle vendite del settore auto e un gruppo Fiat che sembra sempre più orientato su Detroit,
un modo per capire cosa succederà a migliaia di operai che lavorano
nella fabbrica modenese del tridente. A dare la notizia il consigliere
del Movimento 5 stelle Andrea Defranceschi, che ha chiesto e ottenuto di visionare “tutte le comunicazioni intercorse tra la dirigenza Fiat (Ferrari e Maserati) e la Regione”.
Quello che emerge dalla carte sembra poco confortante per il futuro dei
700 operai impiegai a Modena. Nulla per quanto riguarda Ferrari, dove
evidentemente la Regione, stando ai documenti consegnati a Defranceschi
dagli uffici dell’assessorato al lavoro, non ha ritenuto di dover
intervenire. Male invece per quanto riguarda la questione Maserati. “Due
blande letterine – spiega Defranceschi – con le quali l’assessore
Muzzarelli si china alla risposta evasiva del tridente”. Per il
consigliere grillino un comportamento “menefreghista e irresponsabile”.
“Muzzarelli – continua Defranceschi – si è guardato bene dall’impegnarsi
per la difficile situazione che stanno attraversando gli stabilimenti
Maserati e Ferrari nel modenese”. Un riferimento anche alla recente
decisione di Marchionne di costruire il nuovo modello Maserati – un suv dal nome provvisorio di Kubang – direttamente a Detroit,
lasciando a Modena solo la produzione dell’orma datata ammiraglia del
tridente. Chiamato in causa, Muzzarelli replica alle accuse: “Il ritardo
di Maserati nelle risposte è grave e ingiustificabile ma prendersela
con me, come fosse in potere della Regione convocare d’ufficio i
dirigenti Fiat o chissà, licenziarli, è solo speculazione e corsa ad
accaparrarsi qualche voto in più”.
Tornande alle carte, la prima lettera inviata dalla Regione all’amministratore delegato di Maserati, Wester Harald Jacob,
risale al febbraio 2011. Nella lettera Muzzarelli esprimeva la propria
preoccupazione per la sorte degli stabilimenti “cuore delle auto più
belle del mondo, luogo straordinario di ricerca e tecnologia”. Per
questo, scriveva sempre Muzzarelli, “sono pertanto a chiederle un
incontro per potere verificare direttamente le strategie e il futuro
dell’impresa a Modena”. Passano un paio di settimane e Wester manda la
sua risposta. Molte rassicurazioni piuttosto generiche sul futuro e poi
l’ammissione che il piano industriale per lo stabilimento di Modena
ancora non c’è. “E’ stato altresì garantito che nel momento in cui
sarà definito un piano produttivo che riguarda il rinnovamento dei
modelli in essere sarà attivato un tavolo sindacale di informazione e
confronto”. E ancora: “Sarà mia cura, appena avremo la completa
definizione di progetti concreti relativi al sito di Modena e al suo
futuro, contattarla per rappresentare personalmenle al Governo Regionale
strategie, obiettivi e condizioni per il raggiungimento degli stessi”.
La lettera arriva il 13 marzo 2011 sul tavolo di Muzzarelli, che
risponde lo stesso giorno. Molti i convenievoli, poi la richiesta di un
incontro per capire quali sono i “progetti concreti” di Maserati per Modena,
e infine “l’auspicio che partendo da queste premesse sia possibile
giungere a breve alla definizione di un piano industriale all’altezza
delle attese dell’azienda, dei lavoratori e della comunità”.
Auspicio che non è stato rispettato. Nessuna risposta né proposta di
incontro. Nemmeno quando mesi dopo l’assessore torna alla carica per
fare presente di non avere ancora letto “nessuna informazione ufficiale
sul futuro dello stabilimento di Modena o sulla predisposizione del
piano produttivo di cui alla Sua cortese lettera dello scorso 11 marzo”.
Poi, ancora una volta, la richiesta di un incontro sul breve termine.
E’ il 5 settembre. Dopo quella data più nulla.
“Come si può lasciare – commenta il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi – che due marchi così prestigiosi ed economicamente rilevanti come Maserati e Ferrari smantellino la propria pianta produttiva o, peggio, abbandonino il territorio?”
A voler prendere alla lettera le parole dell’ad di Maserati, e i suoi
successivi silenzi, verrebbe proprio da pensare che “progetti concreti
relativi a Modena e al suo futuro” non ce ne sono proprio.
Oltre al Movimento 5 Stelle, che più volte si è occupato della questione
Maserati e Ferrari, a esprimere preoccupazioni per la situazione è
stato anche il Pd, che a fine gennaio aveva addirittura richiesto il coinvolgimento del ministro dello sviluppo economico Corrado Passera. Assieme al democratico Stefano Bonaccini si erano anche espressi in tal senso Luciano Vecchi e Palma Costi del Pdl. A chiedere “garanzie” a Fiat anche il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, Matteo Richetti,
che lo scorso novembre aveva chiesto un confronto tra azienda, enti
locali, operai e sindacati. A temere il peggio è proprio la Cgil, che lancia l’allarme: “Il pericolo – spiega Ferdinando Siena della Fiom modenese – è che produzione si spenga pian piano, senza annunci clamorosi che forse Marchionne giudica ormai controproducenti”.
Fonte.
Anche le eccellenze finiranno a puttane in questo paese.
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